Penale.it

Google  

 La newsletter
   gratis via e-mail

 Annunci Legali




Pubblica amministrazione

26 febbraio 2020
Corte Costituzionale, sentenza 12 febbario 2020 (dep. 26 febbraio 2020), n. 32
Depositate le motivazione sulla irretroattività della "spazzacorrotti"


28 marzo 2019
Corte di Cassazione, sezione VI penale, sentenza 14 marzo 2019 (dep. 20 marzo 2019), n. 12541
"Spazzacorrotti": la Suprema Corte argomenta, incidentalmente, sulla legittimità costituzionale della nuova disciplina che per alcuni reati contro la PA impedisce la sospensione dell'ordine di esecuzione di cui all'art. 656 c.p.p., in particolare sulla mancanza di una norma transitoria


15 luglio 2014
Corte di Cassazione, sentenza 21 marzo 2014 (dep. 25 giugno 2014), n, 27528
Uso della connessione Internet dell'Amministrazione durante l'orario di lavoro. è appropriazione indebita e interruzione di pubblico servizio. Una discutibile decisione della Suprema Corte


8 giugno 2013
Corte di Cassazione, sezione II penale, sentenza 10 aprile 2013 (dep. 30 aprile 2013) n. 18909
L'elemento distintivo tra il delitto di peculato e quello di frode informatica, aggravata ai danni dello Stato ex art. 640 ter/2 cod. pen. nonché ai sensi dell'art. 61 c.p., n. 9, è simile a quello fra il delitto di peculato ed il delitto di truffa aggravata ex art. 61 c.p., n. 9


30 marzo 2012
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, sentenza 15 dicembre 2011 (dep. 23 marzo 2012), n. 11545
a) «Concreta esercizio abusivo di una professione, punibile a norma dell’art. 348 cod. pen., non solo il compimento senza titolo, anche se posto in essere occasionalmente e gratuitamente, di atti da ritenere attribuiti in via esclusiva a una determinata professione, ma anche il compimento senza titolo di atti che, pur non attribuiti singolarmente in via esclusiva, siano univocamente individuati come di competenza specifica di una data professione, allorché lo stesso compimento venga realizzato con modalità tali, per continuatività, onerosità e (almeno minimale) organizzazione, da creare, in assenza di chiare indicazioni diverse, le oggettive apparenze di un’attività professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato»; b) «Le condotte di tenuta della contabilità aziendale, redazione delle dichiarazioni fiscali ed effettuazione dei relativi pagamenti, non integrano il reato di esercizio abusivo delle professioni di dottore commercialista o di ragioniere e perito commerciale, quali disciplinate, rispettivamente, dai dd.PP.RR nn. 1067 e 1068 del 1953, anche se svolte – da chi non sia iscritto ai relativi albi professionali - in modo continuativo, organizzato e retribuito, tale da creare, in assenza di indicazioni diverse, le apparenze di una tale iscrizione; a opposta conclusione, in riferimento alla professione di esperto contabile, deve invece pervenirsi se le condotte in questione siano poste in essere, con le caratteristiche suddescritte, nel vigore del nuovo D.Lgs n. 139 del 2005».


2 marzo 2012
Annalisa Gasparre, Nota a sentenza Cass. pen. Sez. VI, 24 novembre 2011 n. 43646
Si torna a parlare di reati culturalmente orientati… per dire che non costituisce concorso nel reato di esercizio abusivo di professione medica la condotta della madre che fa sottoporre il proprio figlio neonato ad intervento di circoncisione da parte di soggetto non abilitato alla professione medica, se manca la consapevolezza dell’illiceità


7 febbraio 2012
Stefano Logroscino, Il dolo del delitto di calunnia è integrato solo in presenza di una condotta intenzionalmente volta ad incolpare una persona che si sa innocente


23 marzo 2009
Corte Costituzionale, Sentenza 11 - 20 marzo 2009, n. 75
Illegittimità costituzionale dell’art. 384, comma 2, c.p. nella parte in cui non prevede l’esclusione della punibilità per false o reticenti informazioni assunte dalla polizia giudiziaria, fornite da chi non avrebbe potuto essere obbligato a renderle o comunque a rispondere in quanto persona indagata per reato probatoriamente collegato – a norma dell’art. 371, comma 2, lettera b), c.p.p. – a quello, commesso da altri, cui le dichiarazioni stesse si riferiscono.


20 agosto 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, sentenza 10 luglio 2008, n.28736
Il discrimine tra concussione o corruzione non può essere rinvenuto né in base al criterio dell'iniziativa, né a quello della conformità o contrarietà dell'atto ai doveri di ufficio, né a quello del vantaggio giusto o ingiusto, cui il privato tende, criteri tutti di valore indiziario e non di essenza. Il vero elemento discriminante tra le due figure criminose si delinea solo considerando la posizione psicologica del privato a fronte del pubblico ufficiale: se tale posizione risulta viziata da "vis compulsiva" per prevaricazione di quest'ultimo si ha concussione, a nulla rilevando il vantaggio che il privato può direttamente trarre.


28 maggio 2008
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 15 aprile 2008 (dep. 21 maggio 2008), n. 20326
Abuso di Internet nella P.A.: il reato di peculato tutela sia il patrimonio che il buon andamento dell'Amministrazione, ma occorre la sussistenza di un danno patrimoniale riconducibile al consumo di energia elettrica e/o di connessione telematica. Ne consegue la necessità di un accertamento in tal senso non potendosi dare per scontate tariffe "flat".


6 ottobre 2007
Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, Sentenza 27 settembre 2007 (dep. 05 ottobre 2007), n. 36692
Non commette reato chi rifiuta di eseguire un provvedimento del giudice civile


28 novembre 2006
Corte Costituzionale, Sentenza 8 novembre 2006 (dep. 23 novembre 2006), n. 394
Legge elettorale: 1) illegittimità costituzionale dell’art. 100, terzo comma, del d.P.R. 30 marzo 1957, n. 361 (Approvazione del testo unico delle leggi recanti norme per l’elezione della Camera dei deputati), come sostituito dall’art. 1, comma 1, lettera a), della legge 2 marzo 2004, n. 61 (Norme in materia di reati elettorali); 2) illegittimità costituzionale dell’art. 90, terzo comma, del d.P.R. 16 maggio 1960, n. 570 (Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali), come sostituito dall’art. 1, comma 2, lettera a), numero 1), della citata legge n. 61 del 2004.


16 novembre 2006
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 12 luglio 2006 (dep. 2 ottobre 2006), n. 32633/2006 (1496/2006)
Per la prima volta la Suprema Corte si pronuncia sul reato di cui all'art.377-bis c.p.: il tentativo è configurabile


16 gennaio 2006
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 06 luglio 2005 (dep. 10 ottobre 2005), n. 36592/2005 (n. 1055/2005)
Pericoloso per un ispettore di polizia segnalare il nominativo di un legale


29 novembre 2005
Corte di Cassazione, Sezione VI Penale, Sentenza 26 ottobre 2005 (dep. 15 novembre 2005), n. 41248 (n.1802/2005)
Abuso del mezzo del fax in ambito pubblico: è peculato ordinario e non peculato d'uso


24 giugno 2004
Corte Costituzionale, Sentenza 21 giugno 2004 (dep. 24 giugno 2004), n. 186
Illegittimità costituzionale dell’art. 10, comma 3, l. 27 marzo 2001, n. 97 (Norme sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche), nella parte in cui prevede, per i fatti commessi anteriormente alla data di entrata in vigore di detta legge, l’instaurazione dei procedimenti disciplinari entro centoventi giorni dalla conclusione del procedimento penale con sentenza irrevocabile di condanna, anziché entro il termine di novanta giorni dalla comunicazione della sentenza all’amministrazione o all’ente competente per il procedimento disciplinare.


25 luglio 2002
Corte Costituzionale, Sentenza 10 luglio 2002 (dep. 25 luglio 2002), n. 394
Illegittimità costituzionale dell’articolo 10, comma 1, l. 27 marzo 2001, n. 97 (Norme sul rapporto tra procedimento penale e procedimento disciplinare ed effetti del giudicato penale nei confronti dei dipendenti delle amministrazioni pubbliche), nella parte in cui prevede che gli articoli 1 e 2 della stessa legge si riferiscono anche alle sentenze di applicazione della pena su richiesta pronunciate anteriormente alla sua entrata in vigore.


25 luglio 2001
Corte Costituzionale, Sentenza 12 luglio 2001 (dep. 25 luglio 2001), n. 287
Illegittimità costituzionale dell'art. 29, comma 5, della legge 25 marzo 1993, n. 81 (Elezione diretta del sindaco, del presidente della provincia, del consiglio comunale e del consiglio provinciale) nella parte in cui punisce il fatto previsto dal comma 3 con la multa da lire un milione a lire cinquanta milioni, anziché con la sanzione amministrativa pecuniaria da lire un milione a lire cinquanta milioni.


 
© Copyright Penale.it - SLM 1999-2012. Tutti i diritti riservati salva diversa licenza. Note legali  Privacy policy