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Tributario

9 aprile 2014
Corte Costituzionale, sentenza 7 aprile 2014 (dep. 8 aprile 2014), n. 80
Illegittimità costituzionale dell’art. 10-ter d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74 nella parte in cui, con riferimento ai fatti commessi sino al 17 settembre 2011, punisce l’omesso versamento dell’imposta sul valore aggiunto, dovuta in base alla relativa dichiarazione annuale, per importi non superiori, per ciascun periodo di imposta, ad euro 103.291,38


23 febbraio 2013
Tribunale di Firenze, Uffico del Giudice per le Indatini Preliminari, sertenza 27 luglio 2012 (dep. 10 agosto 2012), n. 4170
Per l'integrazione del reato p.p. dall'art. 10 ter d.lgs. n. 74/2000 (omesso versamento dell'IVA) richiesto, sotto il profilo dell'elemento psicologico, il dolo, seppur generico, nel senso che deve risultare che in capo all'agente vi sia stata rappresentazione e volontà dell'omissione del versamento dell'IVA nel termine richiesto, le quali sono incompatibili con lo stato di illiquidità in cui versi il soggetto attivo.


13 agosto 2011
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, Sentenza 19 luglio 2011 (dep. 2 agosto 2011), n. 30566
La S.C. conferma l'orientamento secondo il quale il reato di cui all'art. 2 comma 1-bis D.L. n. 463/1983 (conv. in l. n. 638/1983) ha natura di reato omissivo istantaneo; da ciò consegue l'applicabilità dell'indulto; inoltre, ai fini del calcolo della prescrizione - afferma sempre la S.C. - deve tenersi conto del periodo di sospensione stabilito dall'art. 2, comma 1-quater l. cit., da collegarsi alla possibilità riconosciuta all'imputato di estinguere il reato mediante il versamento di quanto dovuto, anche a seguito della notifica del decreto di citazione a giudizio ove risulti che non sia stata in precedenza contestata nei suoi confronti la violazione.


2 agosto 2011
Corte Costituzionale, Ordinanza 19 luglio 2011 (dep. 21 luglio 2011), n. 224
Manifesta infondatezza della questione di legittimità costituzionale dell’art. 10-ter d.lgs. 10 marzo 2000, n. 74, aggiunto dall’art. 35, comma 7, del D.L. 4 luglio 2006, n. 223, convertito, con modificazioni, dalla l. 4 agosto 2006, n. 248, sollevata, in riferimento all’art. 3 della Costituzione.


1 agosto 2011
Tribunale di Cosenza, Giudice per le Indagini Preliminari, sentenza 23 febbraio 2011 (dep. 23 febbraio 2011)
In tema di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti (art. 2 d.l. n. 463/83 conv. in l. n. 638/83), la previa notifica dell'avvenuto accertamento della violazione (dalla quale inizia a decorrere il termine di tre mesi concessa al datare di lavoro per provvedete al versamento dovuto) non può essere validamente surrogata dalla notifica del decreto di citazione per il giudizio (o del decreto penale di condanna), con la conseguenza che la mancata notifica dell'avviso di accertamento (contenente l'indicazione specifica delle somme dovute e l'avvertenza della facoltà di regolarizzare la posizione entro tre mesi) ed il mancato decorso del termine escludono la procedibilità dell'azione penale e, comunque, la possibilità di emettere una pronuncia di condanna.


1 agosto 2011
Tribunale di Cosenza, Sezione II Penale, sentenza 27 ottobre 2010 (dep. 11 novembre 2010), n. 1101
In tema di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti (art. 2 d.l. n. 463/83 conv. in l. n. 638/83), le invalidità concernenti la notifica dell'accertamento, dalla quale decorre il termine trimestrale di cui all'art. 2-bis l.cit. per il pagamento dei debiti contributivi cui consegue la non punibilità, si riverberano sulla responsabilità penale, nella misura in cui non consentono di ritenere mai effettivamente decorso il predetto termine.


31 luglio 2011
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, Sentenza 14 giugno 2011 (dep. 25 luglio 2011), n. 29616
In tema di omesso versamento delle ritenute previdenziali ed assistenziali sulle retribuzioni dei lavoratori dipendenti (art. 2 d.l. n. 463/83 conv. in l. n. 638/83), la S.C. conferma l'orientamento, secondo il quale per il perfezionamento del reato, è necessaria l'effettiva corresponsione della retribuzione ai dipendenti, essendo l'esborso delle somme dovute ai lavoratori un presupposto indefettibile della fattispecie criminosa, che deve essere provato dalla pubblica accusa con documenti, testimoni ovvero gravi, precisi e concordanti indizi.


15 novembre 2010
Tribunale di Torino, Sezione I Penale, ordinanza 22 settembre 2010, Giudice dott. Meroni
Sollevata la questione di legittimità costituzionale dell'art. 10-ter d.lgs. n. 74/2000 (introdotto dall'art. 35 comma 7 D.L. n. 233/06) per violazione dell'art. 3 Cost., relativamente alle omissioni contributive per il periodo di imposta 2005, in quanto il termine per versare le imposte risultava inferiore a quello normalmente concesso per i successivi periodi di imposta. Infondata, invece, la questione di legittimità in riferimento all'art. 25 Cost. per violazione del principio di irretroattività della legge penale.


13 novembre 2010
Corte Costituzionale, ordinanza 3 novembre 2010 (dep. 11 novembre 2010) n. 319
Manifesta inammissibilità della q.l.c. dell'art. 10-ter d.lgs. n. 74/2000, in relazione agli artt. 3 e 25 Cost., per omessa descrizione della fattispecie concreta oggetto del giudizio principale e per omessa motivazione sulla rilevanza della questione.


25 luglio 2010
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, Sentenza 26 maggio 2010 (dep. 7 luglio 2010), n. 25875
In riferimento al reato di cui all'art. 10-bis d.lgs. n. 74/2000, la scadenza del termine per il versamento delle ritenute fiscali non fa venir meno l'obbligazione tributaria, sicché è la permanenza di quest'ultima, considerata nel suo complessivo ammontare riferito all'anno di imposta, ad essere configurata come reato in relazione all'ulteriore scadenza fissata per il pagamento. L'applicazione della fattispecie delittuosa alle ritenute fiscali operate dal sostituto di imposta nell'anno 2004 non comporta la violazione del principio della irretroattività della norma penale.


15 giugno 2010
Corte di Cassazione, Sezione III Penale, Sentenza 21 aprile 2010 (dep. 10 giugno 2010), n. 22045
Il reato di cui all'art. 5 d.lgs. n. 74/2000 si considera consumato decorsi novanta giorni dall'ultima tra le scadenze previste dalla normativa tributaria per la presentazione delle dichiarazioni delle imposte sui redditi o sul valore aggiunto. L’erronea indicazione nel capo di imputazione della data di consumazione del reato non comporta alcuna lesione del diritto di difesa, posto che la data di consumazione del reato è fissata direttamente dalla legge.


2 febbraio 2010
Tribunale di Reggio Emilia, Sentenza 22 settembre 2009 (dep. 1 ottobre 2009), n. 813
Non risponde del reato di cui all'art. 10-bis d.lgs. n. 74/00, il legale rappresentante di una società fallita, quando il fallimento sia antecedente alla scadenza del termine previsto per la presentazione della dichiarazione annuale di sostituto di imposta: l'avvenuto fallimento, infatti, priva della disponibilità dei beni sociali il legale rappresentante, che, pertanto, non ha più il potere di effettuare alcun pagamento.


12 marzo 2009
Corte di Cassazione, Sezione II penale, Sentenza 26 febbraio 2009 (dep. 10 marzo 2009) n. 10549
Il sequestro preventivo e la successiva confisca dei beni patrimoniali prevista dall'art. 12-sexies d.l. n. 306/1992, n. 306 (conv. in l. n. 356/1992, n. 356) non sono subordinati all'accertamento di un nesso eziologico tra i reati tassativamente enunciati nella norma di riferimento ed i beni oggetto della cautela reale e del successivo provvedimento ablatorio: il legislatore, infatti, ha operato una presunzione di accumulazione, senza distinguere se tali beni siano o meno derivati dal reato per il quale si procede o è stata inflitta la condanna; ne consegue che non è necessaria la sussistenza del nesso di pertinenzialità tra i beni e i reati ascritti agli imputati, bensì un vincolo pertinenziale, di significato peculiare e più ampio, tra il bene e l'attività delittuosa facente capo al soggetto, connotato dalla mancanza di giustificazione circa la legittima provenienza del patrimonio nel possesso del soggetto nei confronti del quale sia stata pronunciata condanna o sia stata disposta l'applicazione della pena. In tema di sequestro preventivo, la verifica delle condizioni di legittimità della misura cautelare da parte del Riesame o della Cassazione non può tradursi in anticipata decisione della questione di merito concernente la responsabilità della persona sottoposta ad indagini in ordine al reato oggetto di investigazione, ma deve limitarsi al controllo di compatibilità tra la fattispecie concreta e quella legale, rimanendo preclusa ogni valutazione riguardo alla sussistenza degli indizi di colpevolezza ed alla gravità degli stessi.


28 febbraio 2008
Giudice dell'Udienza Preliminare di Trento, Ordinanza 12 febbraio 2008
Sollevata questione di legittimità costituzionale del comma 143 dell'art. 1 della legge 244/2007, novellante l'art. 322 ter c.p.p. nella parte in cui consente la confisca obbligatoria per reati tributarî commessi precedentemente all'entrata in vigore della legge stessa.


 
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